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  • E’ noto che dai report si pretende di tutto e di più e ogni volta in modo diverso.
  • Il risultato è che le modifiche alla reportistica (operativa e direzionale) e i fogli di calcolo rischiano di proliferare senza risolvere alla radice il problema.
    invece che continuare a “modificare”, fino a rendere la reportistica poco fruibile e spesso incongrua nelle definizioni delle variabili, la si dovrebbe potenziare affiancando strumenti di Business Intelligence (BI).
  • Per sua natura l’utilizzo della BI non dovrebbe essere mediato. La ragione è che utilizzando informazioni prodotte dai collaboratori, i decisori perdono una buona quota di valore che deriva invece dall’uso diretto dell’applicazione di BI: la costruzione degli scenari è generatrice di curiosità, suggerimenti, illuminazioni …
  • Al centro della BI c’è dunque l’individuo, nella sua doppia “veste” di: persona: con la sua cultura, atteggiamenti, curiosità, capacità analitiche e distorsioni cognitive che influenzano necessariamente il successo dei sistemi di BI;
  • Decisore o analista aziendale: con i suoi ruoli, le sue responsabilità, i suoi obiettivi, il suo potere e i suoi compiti aziendali, più o meno interessati dalla BI.