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FATTURAZIONE ELETTRONICA

La Fatturazione Elettronica (FE) e, più in generale, la dematerializzazione dei documenti sono argomenti sulle quali numerose software house stanno investendo importanti somme per pubblicizzare le proprie soluzioni, lasciando intendere: da un lato obblighi che per il momento non esistono; dall’altro risparmi che non sono affatto scontati (alcuni parlano dai 7 agli 11 euro a fattura). Facciamo il punto.

a cura di Graziano Guazzi

Lo scorso 9 maggio a Roma, AssoSoftware ha promosso un importante incontro con le Istituzioni sull’evoluzione delle trasmissioni telematiche e il futuro della FE. Erano presenti il Vice Ministro all’Economia Luigi Casero, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi, i Rappresentanti del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti Roberto Cunsolo e Maurizio Grosso, il Presidente di AssoSoftware Bonfiglio Mariotti e i Vice Presidenti Francesco Angeleri, Enrica Eandi, Mario Pedrazzini e Cristiano Zanetti.

Luigi Casero, Vice Ministro economia e finanze, ha chiarito che, stante il vincolo europeo, per ora non può essere introdotto l’obbligo della FE tra imprese private (B2B). Ma, proprio per favorire la diffusione di questo strumento ha auspicato un percorso condiviso tra gli attori e ha affermato che l’adesione volontaria può essere stimolata con riduzione dei termini di accertamento e incentivi. A chi gli chiedeva se anche i software gestionali possono rientrare tra i beni agevolabili di Industria 4.0 , Casero ha risposto che «si può lavorare: è uno dei temi che sarà in discussione in Parlamento». Rossella Orlandi, Direttore Generale dell’Agenzia delle Entrate, ha argomentato l’inevitabilità di tale prospettiva: la digitalizzazione è un fattore imprescindibile per semplificare la normativa, i processi aziendali e la vita dei contribuenti. Argomenti, questi, che da un lato dovrebbero essere motivanti a prescindere dagli obblighi di legge; dall’altro, argomentano Maurizio Grosso e Roberto Cunsolo,   Consiglieri CNDCEC, aprono una riflessione sull’importanza delle incentivazioni fiscali (semplificazioni fiscali, rimborsi IVA più veloci e meno controlli) e sul ruolo che i commercialisti possono svolgere per accompagnare le imprese e i professionisti in questi nuovi percorsi (il 62,9% dei documenti trasmessi arriva da loro). Dati alla mano, Roberto Bellini, ha illustrato il primato dell’Italia, a livello mondiale, nella trasmissione delle fatture alla PA e delle dichiarazioni, contrapponendolo ad un ancora timido avvio della FE tra le imprese. Sono solo 6 mila i contribuenti hanno aderito alle opportunità offerte dal fisco a fine marzo 2017 (<1% soggetti FE).

 

La ragione è chiara: l’essenza di questi progetti richiede la condivisione di standard senza i quali sono del tutto inutili. La ragione e che non si tratta di sostituire carta e buste con i PDF, i postini con la posta elettronica. La FE presuppone la capacità delle imprese (leggi dei gestionali utilizzati) di scambiarsi flussi di dati (certificati) che permettono di ottemperare in modo automatico a tutte le necessità gestionali, amministrative e agli obblighi di legge. In parole povere, se ricevo le fatture in formato elettronico, ma sono costretto a stampare i PDF (convertirli in carta) perché il mio sistema gestionale non è in grado di elaborare i dati ricevuti, il progetto perde di utilità. Compito dello standard è quello di imporre tecnologie (con validità legale) che tutti i gestionali devono adottare per scambiarsi i dati: la così detta interoperabilità. Si capisce quindi il perché del successo della FE verso la Pubblica Amministrazione: un soggetto (la PA) ha imposto a tutti gli altri uno standard. Il risultato è l’invio elettronico di più di 55 milioni di fatture. Numeri che hanno consentito da un capo del filo (PA) il risparmio di 2 miliardi di euro di oneri fiscali grazie ai pagamenti in 60 giorni e alla riduzione dei ritardi e abbattimento delle spese per 1,5 miliardi di euro. Dall’altro capo (imprese) una riduzione dei costi amministrativi stimata tra il 60 e l’80% (dati del Comitato Economico Sociale Europeo).

Non è difficile immaginare quanto sarà più complicato ricondurre “la Babele digitale” ad un’unica lingua (peraltro occorrerebbe ragionare in termini europei se non mondiali). Su questa problematica, Cristiano Zanetti, General Manager di Teamsystem, ha commentato la piattaforma di AssoSoftware, che garantendo l’acquisizione automatica delle fatture elettroniche da parte dei diversi software gestionalim (interoperabilità), permetterebbe di accelerare il passo.

Conclusione

Tutto molto interessante. Purtroppo, mentre scrivo, i nostri Amministratori stanno valutando l’opportunità di concedere una proroga di qualche settimana (il termine sarebbe il 31/Maggio) per l’invio telematico delle dichiarazione trimestrale dell’IVA. Il D.L. 193 è del 2016; le specifiche tecniche (senza le quali le software house non possono aggiornare le proprie soluzioni) sono state ufficializzate solo qualche settimana fa (Maggio, 2017) e gli strumenti di verifica/certificazione dei flussi messi a disposizione nel portale dell’Agenzia delle Entrate non sono ancora del tutto funzionanti.

Insomma, a dispetto del canto delle sirene, la strada è tracciata, ma all’orizzonte il traguardo è ancora invisibile.